I miei diritti
Di solito siamo convinti che dentro la nostra proprietà, abbiamo diritto di fare tante cose e/o prendere tante decisioni sottoposte solo ai nostri desideri, ai nostri bisogni, ai nostri pensieri. Dentro i limiti della nostra proprietà, l’unica cosa capace di fermarci nella nostra convinzione è la presenza dei diritti delle altre persone che convivono dentro la stessa proprietà. Quando accade un fatto frutto dell’applicazione di un nostro diritto, non pensiamo se questo fatto o una conseguenza sua si estende oltre i limiti della nostra proprietà, come quando accendiamo lo stereo di 1000W nell’appartamento perché abbiamo il diritto di staccarci dallo stress o guidiamo prepotentemente il suv perché abbiamo il diritto di arrivare in tempo al nostro impegno. Ci sono tante situazioni dove si verifica un’estendersi del nostro diritto dentro la sfera dei diritti altrui. Noi aggrediamo i diritti degli altri e allo stesso tempo siamo vittime di quelli degli altri.
Queste situazioni si presentano molto più frequentemente quando siamo in una zona grigia, una zona dove i nostri diritti s’interlacciano con i diritti degli altri presenti nella stessa zona. Chi governa queste zone cerca di regolare, di dare una cornice ai rapporti con risultati scarsi. Gli spazi condivisi si producono dove ci sono più di una proprietà, praticamente ovunque. L’ambiente di lavoro, la scuola e l’università, il condominio, lo stadio durante un spettacolo, la strada, un viaggio in aereo o in bus, dove c’è un rapporto del singolo con la società, ci sono in questi spazi innumerevoli infrazioni ai diritti dei singoli, talvolta in modo molto sottile, tanto sottile che nemmeno la vittima se ne accorge del accaduto.
In questo articolo volevo giustamente arrivare a queste piccole invasioni della nostra area dei propri diritti. A volte mi chiedo se ho il diritto di camminare sul marciapiede in città senza essere affumicato da un camion o un tram che mi passa vicino; chi guida il mezzo ha tutto il suo diritto di lavorare. Quando passo davanti ad un cancello che per fortuna contiene la furia di un Rottweiler e che 50 metri più avanti ancora si sente abbaiare disperato per la perdita della preda, mi chiedo cosa sarebbe stato del mio diritto all’integrità fisica e/o di camminare sul marciapiede, in caso che il cancello non sia ben chiuso o che il cane possa saltare la ringhiera; certamente il padrone di casa ha il diritto di avere un cane in grado di sbranare uno intruso (anche se c’è un dubbio su questo). Quando qualcuno, che si trova vicino a noi, riceve una chiamata sul cellulare e risponde col volume alto o magari inizia a camminare passandoci a fianco, ci sentiamo in certo modo coinvolti in questa chiamata, ci sentiamo più “vicini” a questa persona, in altre parole, la nostra fascia d’intimità si vede assottigliarsi e un’altra volta, questa persona che ci sta vicina pensa che ha tutto il diritto di ricevere una chiamata sul suo cellulare nel momento che capita.
Sembrerebbe una discussione da non finire mai, una volta da un lato e l’altra volta dall’altro lato, ci troviamo continuamente a giustificare queste azioni in nome dei nostri bisogni, in fine, in nome delle nostre mancanze (non di certo di quelle materiali).
Una perdita più grave dei diritti della persona viene eseguita con la perdita della privacy in internet, sempre che venga considerato un diritto godere di privacy personale. Questo sarà tema di un prossimo articolo.